Con lo Schioppettino, vitigno autoctono friulano, si brindò copiosamente nel Cividalese al matrimonio Rieppi-Caucig nel 1282. È la prima testimonianza scritta conosciuta e da allora il vino ha percorso i secoli con alterne fortune tanto da essere messo in disparte dopo l’aggressione della fillossera perché escluso dalla corsa ai vitigni internazionali. Solo nel marzo del 1978 venne reintegrato tra i vitigni autorizzati incominciando una risalita verso i posti alti tra i vini rossi di qualità. Il nome pare derivare dello scoppio degli acini maturi – che hanno una buccia molto spessa – sotto la pressione delle dita o dei denti. Le uve vengono utilizzate anche per apportare note speziate nei blend rossi.
Abbinamenti
Accompagna in modo impeccabile secondi piatti a base di carne con sughi ed erbe aromatiche specie la selvaggina di piuma e di pelo e il pollo allo spiedo.
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